Le parti buone: proiezione e introiezione pratica

Nelle mie relazioni, la maggior parte delle volte mi capita, di proiettare parti buone di me negli altri. Mi chiedo se questa dinamica, soprattutto in una relazione più intima, possa risultare produttiva. Non rischio di avere le stesse pretese che ho con me stesso? Non rischio di rovinare tutto, non avendo le risposte che cerco? Ho pensato , invece, che l’”introiettare” o se vogliamo usare un termine meno impegnativo prendere dall’altro le parti buone, mi sembra, invece, molto interessante e per me intelligente. In che senso? Vi chiederete. Quando in un qualsiasi rapporto si può, usando il cuore e l’intelletto, essere lucidi da poter estrapolare dall’altro una parte che ci possa dare stimoli e momenti di messa in discussione è un regalo che stiamo facendo a noi stessi. Quando un rapporto si chiude, ci “piace” come fase della perdita considerarci vittime dell’orco, cioè di un qualcuno che ci ha tolto qualcosa e ci ha fatto soffrire. Sicuramente quando c’è un allontanamento, un abbandono, è scontato un certo grado di sofferenza, ma sarebbe sterile tale dolore se non riuscissimo a vedere e percepire ciò che l’altro ci ha dato, cioè l’opportunità di “toccare” quelle parti di noi che se riusciranno a seguire il giusto movimento, l’onda che fluisce potranno portarci ad una crescita e ad un cambiamento facendoci conoscere un “noi” finora sconosciuto. La crescita personale è un fattore da cui non possiamo prescindere in quanto anche se cerchiamo di ritardare, di non affrontare ci verrà sempre a bussare. Pensare che in ogni confronto possiamo cercare un insegnamento, trovare un modo creativo di guardare al passato come ad una passerella che ci possa condurre ad un futuro più morbido, la sento un’emergenza che deve essere necessariamente soddisfatta per seguire e non perdere l’orizzonte della nostra evoluzione positiva.


2 risposte a “Le parti buone: proiezione e introiezione pratica”

  1. sono d’accordo con te sull’introiettare, sul riuscire a prendere ciò che c’è di buono in ogni relazione e in ogni essere umano. Ma l’introiettare può avvenire senza prima proiettare? possiamo creare un canale di comunicazione profonda con qualcuno senza regalargli parti di noi? mi sa di no…per questo motivo la sofferenza è inevitabile ma proprio perché la si può usare per crescere non dovrebbe spaventare troppo 🙂

  2. Penso che lavorando sulla nostra autostima, quelle parti proiettate non dovrebbe più confondersi e lasciarci per incollarsi all’altro. Dobbiamo imparare a riconoscerle e sapere che sono nostre e non degli altri…!

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