Non vittime, ma perversi…?

Pensare di essere o essere stati vittime di una relazione spesso è sbagliato. Essere in una relazione è sinonimo di coppia, di accettare la formazione di un legame tra due soggetti che per un momento pensano di amarsi. Il problema spesso è il motivo per cui crediamoo di amare l’altro. Tale motivo è spesso la causa per cui ci tratteniamo in quelle che chiamiamo “relazioni perverse”. La più comune? Vivere un rapporto in cui uno dei partner tradisce continuamente, creando una triade costante, in cui l’ accettazione dell’altro si esplicita solo in presenza del “terzo” elemento uomo o donna che sia. La perversione si manifesta, in questo caso, nell’accettazione più o meno passiva del partner tradito, che pur soffrendo per non riuscire a soddisfare, quello che pensa sia il suo immenso amore, ne resta invischiato. Resta nel rapporto ma non è la vittima, è l’elemento, forse principale, che permette il perdurare del perversione; è colui che permette l’espletamento del disegno “perverso” degli elementi inconsci che richiedono quel tipo di legame. I legami perversi, spesso, sono un modus vivendi di molte persone, che altrimenti non sanno altro modo di esistere. Ciò diventa chiaro (per chi cerca di comprendersi e si fa domande e magari cerca aiuto) quando, per un attimo di lucidità si riesce a spezzare il “legame perverso” e dopo un po’ si ci trova di fronte ad un eventuale “altro amante” (fuori dalla triade) che di perverso non ha nulla; pronto a darsi, senza vergogna, senza paura, a darsi completamente per creare un legame libero e con presupposti di sincerità. Questa prospettiva è spaventosamente insostenibile, per chi è abituato a relazionarsi con un tipo di rapporto “perverso” e quindi in un modo o nell’altro, la possibilità di un sano legame viene automaticamente allontana, anche se è tutto ciò che voleva e pretendeva da chi gli proponeva solo dolore e tradimenti. Chi è la vittima ora? Nessuno. Ognuno cerca, se non pronto a rischiare, di proteggersi come può, accettando un rapporto “perverso” che tanto dolore procura, ma che tanta protezione da’ dal sentirsi “amati” e quindi scoperti e quindi vulnerabili, (Soggetti energeticamente economici).

Si  allontana, spesso,  con forza chi accetta di dare ciò di cui abbiamo bisogno e che ora, da “perversi” non vediamo nemmeno. Ciò che ci “arriva” dall’altro, gesti gentili, parole, azioni affettuose, vengono pur condivise, ma disintegrate appena ci toccano….

Non è facile accettare di farsi amare e spesso non è facile amare veramente, in quanto prima di tutto bisogna amare ciò che siamo nel profondo. Per aprirsi all’altro bisogna prima schiudere se stessi…??.

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