Ritornava…

Ritornava, spesso, col pensiero a quelle casette di vetro a cui avevano vietato tirare le pietre, che tanto offendevano; tenute in piedi da equilibri così fragili o dall’incapacità di credere fortemente in se stessi? Lui, pensava che una casa di vetro non ne aveva mai avuto. Finalmente, si accorgeva di essersi sempre troppo esposto, almeno negli ultimi anni. Certo aveva innata una predisposizione alla discrezione e al rispetto di ciò che accadeva intorno a lui, ma aveva esposto a qualsiasi esperienza ogni parte di sé. Se pure avesse posseduto una protezione fragile, costituita, cioè sulla paura che potesse rompersi facilmente, ormai non esisteva più. Le tempeste che aveva attraversato erano state così tante che ormai anche i cocci erano scomparsi. Ora non aveva protezioni, non aveva alcuno schema da seguire né strategia, ma sapeva che se avesse voluto adeguarsi al mondo doveva mettere su un piano con tutte le caratteristiche di sopravvivenza. Mentre dialogava con se stesso, si accorgeva, però, di non essere adatto a questo tipo di percorso. Lui aveva come caratteristica principale la coerenza, la fluidità; dalla sua bocca venivano fuori solamente ciò che sentiva al momento e poi cercava in tutti i modi di sopportare “l’emozionante’ con cmpartamenti adeguati e non irriverente. Non andava bene per il resto del mondo, questo suo “stare”? lui era questo e nel suo percorso scopriva sempre di più che non poteva essere diversamente, anche se spesso, questo diveniva dannoso. Poteva proteggersi con un paio di occhiali, con un foulard, con un cappello, ma non voleva proteggersi emotivamente, ma voleva sentire perché aveva capito che vivere significava “sentire”, “rischiare”, “ricevere” per poi “perdere”……rdn

 

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foto: Pierre58, NewYork city

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