Sull’amore….

Era testardo e curioso, voleva saperne di più…..sull’amore. Lo cercava ovunque nei vicoli bui, sulle spiagge, nelle strade in pieno sole, dei luoghi stretti quello dimenticati anche dal patreterno, chiedeva alle persone, agli amici, ma cio che vedeva non si avvicinava all’idea che aveva lui circ l’amore. Quello che aveva trovato in giro assomigliava più che altro ad un groviglio di sentimenti quasi opposti al sentimento. Vero che l’amore racchiudeva in se egoismo e benevolenza, ma quel miscuglio più che altro raccoglieva senso di colpa, rancori, rabbie arcaiche, soddisfazioni narcisistiche, paure. ‘E’ un buon compromesso’; ‘stiamo da tanto tempo’; ‘ha fatto tanto per starmi vicino, ora tocca a me’; ‘bello svegliarmi con qualcuno chi mi fa sentire bello, ma capisci che fortuna?’; ‘e un buon padre’; ‘ è troppo bella’. Ma, ma l’amore non era altro? Ma l’amore erotico da cui non si poteva prescindere dov era andato a finire? L’amore, non posso stare senza te…amore…che fine aveva fatto? Voglio che tu sia felice aldilà di noi, esisteva Davvero?

L’amore, un dio che con il suo esercito fatto di amanti e di amati era tra i più potenti e con segno distintivo il sacrificio ‘la felicità è il prodotto di quella dell’amato;
l’amore buono e l’amore cattivo, un investimento e quindi un giudizio,;
l’amore armonia che produce sanità e non distrugge come l’amore violento e incontenibile.
L’amore perfetto, che prevedeva il ritrovamento dell’altra metà delle sfere, un tempo unite, prima che Zeus le segasse in due, cosi’ le due semisfere vagano per l’universo cercando la loro meta’.
L’amore perfetto? ‘direi spaventoso e poco umano’ pensò, ‘noioso e poco passionale’ continuò. L’amore era istinto, secondo lui, e l’istinto non era perfetto, né tantomeno si poteva diventare perfetti, anzi si perdeva ogni forma di razionalità, di sicurezza tutto era mescolato e confuso. Come nell’arte, ecco l’amore come arte, come un gesto istintivo dell’artista che comincia spontaneamente e non si sapeva mai dove avrebbe condotto. Il tempo passava in fretta e anche la strada percorsa diventava lungo, ma l’amante non avrebbe mai sottolineato la propria stanchezza per essere stato anestetizzato dal desiderio e all’amato da quell’arte poteva anche non esserne attratto.

L’amore apparteneva all’amante (colui che ama) che fosse un bisogno, oppure un desiderio era unica proprietà dell’amante. L’amato era coinvolto, secondo lui, in quanto oggetto d’amore e spesso, però, ne approfittava, in modo più o meno inconscio, ne approfittava. L’amato essendo umano, raramente, possedeva la caratteristica dell’onestà e spesso mancava di empatia, abile nel rilevare se l’amante fosse spinto da bisogno o desiderio: quanto più c’era il bisogno tanto più sarebbe stato suo umile servitore, asservito, apparentemente, a lui, ma per soddisfare quel ‘bisogno’;
l’amante spinto dal desiderio, di contro, era molto attento ad accorgersi dell’abuso dell’amato ritirando il suo investimento col minimo danno possibile (proteggendosi).
L’amore, insomma, come investimento di un profondo movimento interno che emozionava e muoveva energie diverse, spingeva la vita e le dava un senso sempre nuovo e sempre più evoluto da soggetto a soggetto. L’amore sia esso universale, sia esso erotico coinvolgeva i sensi ed era qualcosa da cui non si ci poteva proteggere ma solo spiccare il volo e sperare di cadere su un luogo più morbido possibile, perché se si è leali con se stessi prima o poi si cade.
L’amore non ha aspettative, pensò, non c’è alcun raggiungimento di obiettivo, alcun ferito, alcuna vittima. L’amore non è una guerra, anche se per la maggior parte lo diventa.
L’amore in quanto mancanza del bello, include la possibilità di cercarlo, cioè di vivere pienamente e in modo ‘pulito’ se stessi, perché l’amore parte da sè e non dall’altro.
L’amore in quanto bellezza lo si emana, ed è occasione di espansione infinito e l’altro resta solo l’oggetto, di una tale espansione.
L’amore, come nel mito di Diotima, è dare qualcosa che non si ha a chi non sa….rdn
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